La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 25 maggio 2025

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VI Domenica di Pasqua. Il peso della verità. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 16, 12-22

Stars can frighten
(Le stelle possono spaventare)
Pink Floyd, Astronomy Domine (The Piper at the gates of dawn, 1966)

È la sesta domenica del tempo di Pasqua e c’è impazienza nella liturgia ambrosiana: la Pentecoste è ormai alle porte e si parla di Spirito Santo; lo si attende, lo si invoca.

E così questo brano di Vangelo ci offre l’annuncio che Gesù ha fatto ai suoi discepoli nel racconto dell’ultima cena secondo Giovanni: lo Spirito Santo verrà e vi guiderà a tutta la verità.

Un Gesù pronto a partire e a dare la vita, regala le sue ultime parole a dei discepoli spaventati che non possono portare il peso di tutta la verità. Proprio così: la verità ha un peso specifico ed è troppo densa per le nostre menti e i nostri cuori. È vero: Gesù ha affermato che essa ci farà liberi, ma la libertà richiede da sempre un esodo, e dunque un deserto, per attraversare il quale servirà tutto il tempo necessario.

E lo Spirito è come un Virgilio e una Beatrice, in grado di introdurre nella verità, passo dopo passo, perché la verità tutta d’un botto non la potremmo comprendere, anzi potrebbe anche spaventare.

Ho sempre amato un racconto di Isaac Asimov che si intitola “Notturno” la cui trama nasce dalla discussione su questa frase di Ralph Waldo Emerson:

“Se le stelle apparissero una sola notte ogni mille anni, come gli uomini potrebbero credere e adorare, e serbare per molte generazioni la rimembranza della città di Dio?”

Asimov immagina un pianeta circondato da diversi soli che una volta ogni mille anni, a causa della congiunzione di diverse eclissi causate dalle sue lune, rimane al buio. In quella sola notte i suoi abitanti vedono le stelle… e a quella vista? Cosa succede? A quella vista, semplicemente… impazziscono:

“Le stelle!”, gridò Folimun. “Ecco le stelle! Fate largo!”. […] Lassù splendevano le stelle. […] Ce n’erano migliaia e migliaia e risplendevano di luce accecante, una vicina all’altra, e poi un’altra, e poi un’altra, e poi un’altra ancora, un muro infinito di stelle, uno scudo abbagliante di luce terribile che riempiva i cieli. Migliaia di immensi soli emanavano un fulgore che avvizziva l’anima, ancor più spaventosamente gelida nella sua terribile indifferenza al vento aspro che si era levato su un mondo privo di calore, orrendamente cupo. Le stelle lo ferirono fin nel profondo dell’anima. Come fruste gli percossero il cervello. La loro luce gelida e mostruosa era simile a un milione di gong che rimbombavano tutti insieme. Dio mio, pensò. Dio mio, Dio mio, Dio mio!

Proprio così: le stelle possono spaventare, recita la prima canzone dei Pink Floyd. Ma, se ci pensiamo, tante cose possono farci lo stesso effetto, come quando rimaniamo disorientati appena crolla il puntello di qualche vecchia illusione che ci aveva portato conforto, o ad una nuova scoperta che mette in crisi schemi tanto collaudati quanto artificiosi.

È bello che Gesù lo abbia previsto, ed è confortante sapere che sarà proprio il suo Spirito Santo a farci passare dalla paura allo stupore, avvicinandoci alla verità tutta intera, come spettatori grati di una splendida notte di san Lorenzo.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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