La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 1° giugno 2025

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Domenica dopo l’Ascensione. VII di Pasqua. Perfetti insieme. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 17, 1b. 20-26

“All we need to do is make sure to keep talking”
Pink Floyd, Keep Talking (The division bell, 1994)

La liturgia ambrosiana celebra la settima domenica di Pasqua, quella “dopo l’Ascensione”. Nel Vangelo campeggia una frase che mi ha attratto: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità”.

Trovo stimolante questa idea: che la perfezione per Gesù non sia un fatto personale, ma relazionale. “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” è infatti un invito di Gesù, ma non deve essere frainteso con la diffusa utopia della ricerca di una perfezione individuale.

“Perfetto”, infatti, non significa “senza macchia” ma “compiuto”, e con le sue parole il Signore implica che non esiste compimento se non attraverso una relazione nella quale ci sia l’altro. Anzi, nella quale ci sia pure il “totalmente” altro che è Dio.

Pensavo ad un’analogia con le parole: esse hanno un senso, ma solo di un discorso si suole dire che “ha senso compiuto”, e in un discorso, come è ovvio, una parola non basta, ma ce ne vogliono tante, tutte in relazione tra loro.

A questo riguardo mi viene in mente una famosa canzone dei Pink Floyd dal titolo “Keep talking”, espressione che si potrebbe tradurre come un invito a continuare a parlare. Il brano è dedicato al dialogo e alla forza della parola che lo permette. All’inizio della traccia si sente una voce che recita:

“For millions of years mankind lived just like the animals; then something happened which unleashed the power of our imagination: we learned to talk”.
(“Per milioni di anni l’umanità ha vissuto semplicemente come vivono gli animali; poi qualcosa è avvenuto, qualcosa che ha liberato il potere della nostra immaginazione: abbiamo imparato a parlare”).

La voce robotica che pronuncia questa frase, che pare uscire da un computer, è in realtà prodotta dal sintetizzatore vocale dell’astrofisico Stephen Hawking, uno degli scienziati più famosi dei nostri tempi, paralizzato da una patologia degenerativa dei motoneuroni.

La voce imperfetta di un uomo malato, accanto alle note di un brano bellissimo non è una stonatura, ma la rappresentazione di una perfezione che si raggiunge accostando le une alle altre, parole e note di per sé imperfette ovvero incompiute.

Al termine del brano Hawking dice: “Tutto quello che dobbiamo fare è assicurarci di continuare a parlare”. Nessuno lo sa meglio di lui. Ma in questo invito c’è dell’altro: il riflesso del bisogno di costruire una relazione, nella quale ogni essere umano compie la propria vocazione e giunge alla perfezione indicata da Gesù.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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