La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di Pentecoste 2025

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Domenica di Pentecoste. Solennità del Signore. Falla girare. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo

Gv 14, 15-20

“Falla girare, così che tutti la possano vedere.
Falla girare, così che tutti la possano sentire”.

Jovanotti, Falla girare, Buon sangue (2006)

La solennità della Pentecoste celebra il dono dello Spirito Santo, ovvero di un Dio che si comunica nel suo intimo e resta sempre con noi. Il Vangelo scelto dal rito ambrosiano ce ne parla proprio in questi termini e mette al centro la promessa di Gesù: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce”.

Ancora una volta nel bel mezzo del brano c’è come un solco che separa i discepoli dal mondo: i primi sono i destinatari dello Spirito Santo, il secondo invece non può riceverlo perché non lo conosce.

Accogliere ciò che si conosce e riconoscere ciò che si vede sono in effetti due processi naturali e profondamente umani: quando qualcosa è fuori dal nostro campo visivo, è per definizione ciò che non possiamo “contemplare”, ovvero capire e prendere in considerazione e dunque rimane impossibile da conoscere.

Il “mondo” dunque, per Gesù, rappresenta quel modo di guardare alla realtà che, al contrario di ciò che fa il discepolo, non prende in considerazione Dio e non lo contempla. Essere “mondo” è in altre parole uno stile, un modo “mondano” appunto di vivere la vita.

Quando il discepolo di Gesù si sente dire che la sua missione è “fare discepoli tutti i popoli” è come se fosse invitato ad allenare la vista ancora prigioniera della mondanità, ri-orientandola verso lo Spirito di Gesù.

Mi viene in mente una canzone molto bella, scritta da Jovanotti vent’anni fa, in un album che come qualcuno ha sottolineato “si racconta con una franchezza così disarmante che a volte perfino imbarazza”.

La canzone si intitola “falla girare” ed è un susseguirsi di enunciati, talvolta contro-intuitivi che sono come immagini fuori campo, ma che l’autore piazza prepotentemente al centro: “Lo sai che ci sta un silenzio che si fa sentire? Lo sai che il DNA è più lungo dell’equatore?”.

Perché? Per cambiare punto di vista, per vedere l’invisibile e accorgersi che era molto più interessante di tante ovvietà che erano già a portata di mano.

Ecco, il Vangelo è questo: una buona notizia che bisogna “far girare”, perché tutti la possano vedere, ricevendo lo Spirito Nuovo che la accompagna e che Cristo ci ha promesso.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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