Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore. Il lupo e i piccoli. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo
Mt 18, 1-10
Off through the new day’s mist I run
Out from the new day’s mist I have come
I hunt, therefore I am
Harvest the land, taking of the fallen lamb
Wildness is the preservation of the world
So seek the wolf in thyself
Back to the meaning
Of wolf and man, yeah.
Traduzione:
Corro attraverso la nebbia dell’alba
e sono uscito dalla nebbia del nuovo giorno
Caccio, dunque sono
Mieto queste terre, prendo l’agnello caduto
Nella natura selvaggia si preserva il mondo
dunque cerca il lupo dentro di te
torna al significato (della vita)
di uomo-lupo, sì!
Of wolf and man, Metallica (The black album, 1991)
Domenica che precede il martirio di Giovanni il Battista. Rito ambrosiano.
“È inevitabile che avvengano scandali”, afferma Gesù, perché nella natura dell’uomo c’è anche il lupo, come suggerisce l’antica massima latina.
Ancora una volta, però, si tratta di capire se questa sia tutta la verità oppure no.
In un brano dell’album più famoso dei Metallica, nota heavy-metal band americana, dal titolo “Di lupo e uomo”, si parla di un licantropo che cambia la sua forma svelando la sua identità profonda, selvaggia e vitalistica, quella appunto di cacciatore: “Caccio, pertanto sono!”
Fuor di metafora, l’invito a ricercare il lupo che è dentro di sé si può applicare benissimo ad ogni persona, giacché – dice appunto il testo – “il mondo si preserva attraverso la sua natura selvaggia”.
Gesù però la pensa diversamente.
Per lui trovare se stessi significa non scendere mai a patti con la propria natura selvaggia, essendo pronti persino a cavarsi un occhio o a tagliarsi un braccio se queste parti del corpo sono occasione per essere lupi verso i più piccoli.
Ovviamente si tratta di un’iperbole (ovvero di una voluta esagerazione che fa capire la gravità della questione), ma se vogliamo prendere sul serio l’invito del Maestro, il (più) piccolo mai e per nessuna ragione deve essere una preda, ma sempre deve rappresentare colui che desideriamo aiutare.
Anzi, la pienezza dell’umano, ovvero il regno dei cieli, citando la famosa frase del cardinal Daniélou, si raggiunge quando l’hostis (il nemico) diventa hospes (l’ospite).
Bello che questa sia anche la massima dell’impianto pedagogico degli scout: “Il grande aiuta il piccolo”. Perché siamo sì anche animali, ma per abitare il nostro destino occorre diventare uomini.
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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