V Domenica dopo il martirio di Giovanni il Precursore. Quel che possiamo fare. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo
Gv 6,27-38
I’m only human after all
Don’t put the blame on me
I’m only human, I do what I can
I’m just a man, I do what I can
Don’t put the blame on me
Sono solo umano dopotutto
Non prendertela con me
Sono solo umano, faccio quello che posso
Sono solo un uomo faccio quello che riesco
non dare la colpa a me
Human, Rag’n’Bone Man, 2016
V Domenica dopo il martirio di Giovanni il Precursore. Rito ambrosiano.
Rag’n’Bone Man, pseudonimo di Rory Graham, significa letteralmente “uomo di stracci e ossa” oppure “straccivendolo”. Il cantante, qualche anno fa, ha scritto una canzone che ha avuto un discreto successo e che si intitola “Human”.
Il pezzo racconta di un uomo che, di fronte alle grandi questioni della vita, si ritrova a corto di risposte, e davanti ai problemi del mondo, pur affermando di fare il possibile, si sente impotente: “Non dare a me la colpa”, canta il testo (e più di dieci volte!).
Che cosa ci permette di fare la nostra umana natura di fronte a ciò che è più grande di noi?
“Non sono profeta e non sono un Messia, dovresti chiedere più in alto”, afferma lo straccivendolo.
Sarà il nome d’arte che si è scelto, sarà l’onestà intellettuale del brano, ma in qualche modo questa canzone mi è parsa un’invocazione, un grido, una preghiera.
È a partire da questa sensazione che ho intravisto nelle parole del Vangelo di oggi una possibile risposta, perché i consigli di Gesù, pur rappresentando la vetta della virtù e della grandezza dell’animo umano, sono anche i più semplici, i più disarmati e disarmanti.
“Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. Siate misericordiosi. Non condannate. Perdonate. Date”.
Il vertice dei gesti che possono cambiare il mondo passano incredibilmente attraverso azioni semplici e allo stesso tempo altissime. Atti umani, gesta di un’assoluta ordinarietà e tuttavia eccezionali.
Sembra che Gesù mi dica che posso farcela, che non mi manca nulla, che non mi serve nessun potere straordinario per rispondere alle grandi questioni e per sciogliere i nodi che soffocano il mondo.
Come tanti straccivendoli siamo solo umani, ma possiamo fare qualcosa di grande, e il Messia, profeta di un mondo nuovo, nella straordinaria ordinarietà di un pomeriggio di Palestina, ce lo ha rivelato.
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
© Vuoi riprodurre integralmente un articolo? Scrivimi.
Sostieni Caffestoria.it
