La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo 17 agosto 2025

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X Domenica dopo Pentecoste. Paradisi a confronto. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo

Lc 18, 24b-30

Let me tell you what it’s all about,
it’s called money dependence today
and people just keep on going on
looking at the dollar bill
and nothing else around them.
No love, no friendship, nothing else
just the dollar bill coming on into their pocket
into their account
and that’s too much of heaven
bringing them underground
Too much of heaven
a life and soul hell-bound
heaven, the kill that makes no sound.

Traduzione:
Lascia che ti dica di che si tratta
oggi è chiamata “dipendenza dal denaro”
e la gente va avanti a guardare al portafoglio
e nient’altro.
Niente amore, nessuna amicizia, nient’altro
solo la banconota che arriva nelle proprie tasche
nel conto in banca
e questa abbondanza di paradiso
porta sottoterra
Troppo paradiso
una vita e un anima legati a doppio filo con l’inferno
(troppo) paradiso: un killer silenzioso.

Eiffel 65, Too much of heaven (Europop, 1999)

Decima domenica dopo Pentecoste. Rito ambrosiano. Nel vangelo di Luca il tema della ricchezza emerge in diverse occasioni e nel brano di questa domenica, dopo aver incassato il rifiuto del “giovane ricco” a lasciare tutto e a seguirlo, Gesù si lascia andare ad un commento sul potere della ricchezza di sottomettere il cuore dell’uomo.

Chi aveva cercato Gesù era appunto un tale (solo Matteo precisa che fosse giovane) desideroso di “avere in eredità la vita eterna” e pronto a tutto – o almeno così pare – pur di ottenerla.

Vedendo la sua risolutezza, Gesù gli propone l’ultimo passo, quello decisivo: “vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e poi vieni, seguimi!”. L’accento è sul “seguimi”, ma per farlo occorre una libertà che la ricchezza aveva precluso a colui che cercava la vita.

Dunque, com’è difficile che un ricco entri nel Regno di Dio, afferma Gesù. C’è infatti come un conflitto di “paradisi”: da una parte quello che propone la ricchezza, e dall’altra quello che propone il Signore.

A proposito di questo, non ho potuto non ricordare una leggera canzone di qualche decennio fa (il gruppo è italiano ma la canzone è in inglese) che si intitola proprio così: “Troppo paradiso”, e parla della fissazione per la ricchezza e di come questa illusione rovini la vita a tanta gente.

Il conflitto tra paradisi (quello di Dio e quello di della ricchezza) è così serrato che Gesù è categorico: “Non potete servire Dio e la ricchezza” (Lc 16,13). D’accordo, ma quale dei “due paradisi” è più forte? Chi la spunterà? Portavoce di questa domanda è Pietro che chiede a Gesù: “Chi può essere salvato?”.

Gesù ci fa tirare una boccata di sollievo: “Nulla è impossibile a Dio”, e ne fanno esperienza quelli che hanno lasciato tutto per seguirlo, testimoniando che voltare la faccia alla ricchezza come idolo che orienta la vita è possibile, e che questa scelta porta alla vita piena.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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