Fëdor Dostoevskij, senza dubbio un grande interprete della cultura russa, e in certa misura di un “umanesimo maturo”. Ma forse per questo anticattolico (e antigesuita)? Consapevole «che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili». E non solo in sogno.
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Hobbit e polli di gomma. Toniolo: storia personale e approccio alternativo, ma scenario politico non sarà serie TV di successo
«Sono le piccole mani a cambiare il mondo» oppure «Salveremo il mondo con un pollo di gomma con la carrucola in mezzo»? Se non avete idea di cosa si stia parlando, rischiate di non comprendere la politica italiana dei prossimi anni.
Se l’Europa non respira a due polmoni, soffoca. Parola di russo
San Benedetto, patrono dell’Europa. Di più, padre spirituale di quella che un tempo era stata pensata come una Comunità, oggi ridotta ad un’Unione che rischia l’anonimato della spersonalizzazione. Ma anche i santi Cirillo e Metodio, la cui memoria di co-patroni d’Europa, festeggiata solo pochi giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, dice la realtà di un continente a due polmoni. E i pericoli dell’asfissia di un mondo in guerra.
Dalla Normandia all’Iran, lo strano rapporto di Trump con la storia. Quali sono i siti culturali a rischio
Colpire siti culturali in Iran per vendicare un episodio di 40 anni fa? Né una prima volta né un primato per Donald Trump. Che ha un rapporto singolare con la storia.
Migranti e psichiatria. Domani a Como un convegno
Si svolgerà domani, giovedì 24 novembre, a Como il convegno “Migranti e psichiatria” organizzato dall’associazione Oltre il Giardino onlus, con l’ospitalità di don Giusto della Valle, parroco di Rebbio, da anni attivo nell’accoglienza ai rifugiati. Un impegno di non poco conto in una città sempre più toccata dal fenomeno migratorio.
Papa Francesco, ad Auschwitz in silenzio di fronte all’horror vacui
«Nessun maestro mi aveva avvisato che il silenzio poteva essere nefasto, malefico, che poteva condurre l’uomo a mentire a tradire, che poteva frantumare e spezzare l’uomo invece di cementarlo. Dopo le grida, i colpi e l’obbligo di restare in piedi, il silenzio. L’angoscia dilagò. Capivo che il silenzio era una tortura più raffinata, più brutale degli interrogatori». Così Elie Wiesel, scrittore ebreo di origini rumene, premio Nobel per la pace, scampato all’Olocausto e scomparso ad inizio luglio, nel suo Testamento di un poeta ebreo assassinato. Un silenzio concepito come vuoto, moderno horror vacui psicologico, filosofico, esistenziale.