Penultima Domenica dopo l’Epifania. Detta “della Divina Clemenza”. L’imboscata. La trappola di scatole vuote. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo Gv 8, 1-11
In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
«I vostri “valori” sono scatole vuote,
perché il bene proposto da molti adulti è solo proclamato,
ma spesso non vissuto».
L’ennesima imboscata a Gesù stavolta chiede un prezzo, ma qualche eminenza grigia non si farà scrupoli se a pagarlo dovrà essere una donna, “sorpresa” insieme ad un uomo che non è suo marito.
In realtà non c’è nessuna sorpresa: sono andati a prenderla ben sapendo dove trovarla, insieme ad un compagno che “per legge” dovrebbe essere condotto anche lui ma – guarda caso – è sparito. Li hanno scovati adesso che la cosa tornava utile, per realizzare una trappola molto conveniente e assolutamente meschina, orchestrata ai danni del rabbì scomodo e inviso a molti.
Non è la prima volta e non sarà l’ultima che una “legge”, da strumento che difende un bene, diventa arma da brandire per compiere il male. Il maestro Gesù la farà lapidare? Probabilmente sì, perché il tranello è perfetto e non c’è via di scampo. A meno che, ovviamente, non voglia tradire i cosiddetti “sani principi”…
Il giorno è luminoso e secco. Gesù siede nel tempio ad insegnare. Quando gli portano la donna, si abbassa al suo livello, quasi si china verso di lei nel gesto di scrivere per terra, nella polvere. Gli chiedono se debba essere lapidata in obbedienza alla legge, oppure no. Quando Gesù finalmente si decide a parlare, quello che dice sembra fermare il tempo: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
Recentemente ho sentito una frase che un giovane, in un carcere minorile, ha confidato al suo cappellano: «I vostri “valori” sono scatole vuote, perché il bene proposto da molti adulti è solo proclamato, ma spesso non vissuto». Proprio così: il mondo è sempre lo stesso.
Ma quel giorno Gesù compie un miracolo, e la “scatola vuota” della vita bugiarda degli adulti comincia a riempirsi di qualcosa; i più anziani lasciano cadere le pietre, perché la parola del Maestro li ha messi improvvisamente davanti a ciò che avevano di più prezioso e rischiavano di dimenticare: la coscienza. I giovani li guardano attoniti! Erano già pronti a tirare il sasso con tutta la loro forza ma, uno dopo l’altro, i vecchi rinunciano ad essere giudici, perché per una volta hanno avuto il coraggio di essere maestri.
Gesù chiude con una sentenza di portata universale: “Nessuno ti ha condannata. Neanche io ti condanno. Va’ e non peccare più”. I giovani di ieri, di oggi e di sempre chiedono adulti così.
Don Alessandro Noseda
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
© La riproduzione integrale degli articoli richiede il consenso scritto dell'autore.
Sostieni Caffestoria.it
