La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 3 dicembre 2023

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IV Domenica di Avvento. Tempo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Mc 11, 1-11
In quel tempo. Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, il Signore Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.

Oggi è già domani, quando Tu ritornerai
Oggi è già domani quando io ti rivedrò!

Pierangelo Sequeri, Oggi è già domani

Nel rito ambrosiano siamo ormai alla quarta domenica di Avvento e mi sorprende che il brano di Vangelo ci porti di nuovo qui, a Gerusalemme, alle porte di quel tempio da cui il cammino era cominciato, quando i discepoli avevano detto al Maestro: “Guarda che belle pietre!” (Vangelo della prima domenica di Avvento). Sorprende trovarci ancora qui, e sorprende aver fatto una vera e propria marcia indietro, dato che nel Vangelo di Marco questo brano lo troviamo due capitoli prima. Che scelta è mai questa?

Credo che ci si possa capire qualcosa facendo come nei film in cui ci sono in ballo viaggi nel tempo e paradossi, dove il bello è che quel che viene prima segue quel che viene dopo.

Dunque la vedo così: è la prima domenica di Avvento e i discepoli escono dal tempio invitando Gesù ad ammirare le sue belle pietre; lui li invita a lasciar perdere le pietre, perché di esse non resteranno se non rovine. Allora i discepoli chiedono “Quando avverrà questo?”.

La risposta non arriva se non vaga e lontana; io non sarò là dove tutti si aspettano né laddove voi continuate a cercarmi: per sapere il quando bisogna capire il “come”. Quindi: come si manifesta Gesù?

È qui che il viaggio nel tempo ha inizio, perché la risposta ci viene suggerita dopo un mese di Avvento, ma per i discepoli si tratta di tornare indietro nel tempo, ovvero all’ingresso in Gerusalemme, in cui Gesù svela i modi in cui egli entra nelle cose e nelle situazioni e dice “come” si inaugura il suo Regno.

Il suo è il cammino del mite, al dorso di una cavalcatura presa in prestito, che presto verrà restituita ai proprietari. Il Maestro non si impone, non è violento, né assolutizza la sua azione. Gesù non conquista, non occupa spazi, ma inaugura processi. Quando questi processi di pace e di mitezza hanno luogo, ecco sorgere il giorno del Signore, oggi come alla fine dei tempi.

Se hai capito “come” si muove Gesù, allora smetti di chiederti “quando”, perché il suo domani è già qui, in mezzo a noi.

Amo molto, in questi giorni di guerra, alcune parole di Martin Luther King, profeta di pace, che unisce gli sforzi dell’oggi alle speranze sul futuro:

La pace mondiale attraverso mezzi nonviolenti non è né assurda né irraggiungibile. Tutti gli altri metodi hanno fallito. Quindi dobbiamo ricominciare daccapo. La nonviolenza è un buon punto di partenza. Possiamo benissimo creare uno stato d’animo di pace da cui si possa costruire un sistema di pace.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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