Chiese in vendita, preti cercasi e fedeli sold-out

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Ci sono luoghi in cui la Chiesa vive l’incanto. No, non un meraviglioso prodigio: proprio una vendita all’incanto.


Accade così di trovare in vendita, fra gli annunci economici online, anche una «chiesa con canonica e monastero a Lispenhausen», diocesi di Fulda, sede di una delle più belle cattedrali della Germania, e forse dell’intera Europa. Certo, i locali della chiesa in questione hanno ben poco a che spartire con la magnificenza dell’antica abbazia, luogo di sepoltura di san Bonifacio: risalgono agli anni ’60 e ’80, ma – come si precisa nell’annuncio – «la proprietà è situata su una collina nel centro del paese e offre una splendida vista sulla valle del Fulda. Gli edifici possono essere utilizzati sia per scopi spirituali che residenziali».

Chiesa vendesi

Visto l’esito, se si volesse comunque correre il rischio di utilizzarli per il primo scopo, la struttura è dotata di «campanile, è completamente attrezzata con un altare e banchi per 70 persone. Nel seminterrato si trova una sala riunioni. Nell’ala di collegamento tra la chiesa e la canonica si trovano 8 celle conventuali». Tutti spazi che, c’è da scommetterci, hanno anche il “vantaggio” di non essere stati molto usati di recente. Tanto da spingere la parrocchia alla vendita, sfruttando la piattaforma online verosimilmente anche per risparmiarsi le commissioni di agenzia. Volendoci fare un pensierino, per chiesa, canonica e monastero si domandano 395 mila euro, trattabili. In ultimo sarà la diocesi di Fulda ad autorizzare o meno la vendita del complesso di culto, che non verrà comunque ceduto ad acquirenti in aperta antitesi con il messaggio cristiano.

L'interno della chiesa di Lispenhausen, messa in vendita.
L’interno della chiesa di Lispenhausen, messa in vendita.

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Fedeli sold-out

Al di là della curiosità della vicenda, le implicazioni appaiono serie. Una delle foto allegate all’annuncio, che mostra la chiesa completamente vuota, dà l’idea di non essere stata aggiunta a bella posta per ammirarne i locali: ma di essere piuttosto la reale fotografia del deserto ecclesiale, e insieme umano, che avanza. D’altronde, è ben nota la crisi di fedeli che sta soffocando da anni la ricchissima (finanziariamente parlando) Chiesa cattolica in Germania.

Per non parlare delle vocazioni presbiterali. È constatazione non priva di ironia che nella diocesi di mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca, nel 2023 non ci siano state ordinazioni: nessun nuovo prete. È la prima volta che accade in più di 200 anni di storia. Nell’intera Germania, del resto, si è passati dalle 62 ordinazioni del 2021 alle 45 del 2022. Non stupisce che il sostenitore della linea più progressista del controverso Cammino sinodale tedesco spinga per ordinare l’altra metà del cielo o per una revisione del celibato.

Preti cercasi

Le si prova un po’ tutte, nel bene e nel male. Un appello comparso sul sito internet della diocesi di Dresden-Meißen (che nel 2021 ha festeggiato il centesimo anniversario dalla sua rifondazione) la dice lunga sullo stato di carenza di personale – per così dire – in cui si trova il cattolicesimo in Germania. «Per l’autunno 2024 potranno presentare nuovamente domanda gli uomini che vogliono studiare teologia e diventare preti», si legge, sopra ad una fotografia che mostra un momento del pellegrinaggio con i bambini a Rosenthal, nel 2016.

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«Candidature possibili fino al 2 aprile». Arriveranno richieste? Speriamo che la Quaresima tocchi menti e cuori. Insieme a Benedetto XVI, di cui nell’appello si cita un passo della Lettera ai seminaristi, del 2010: «Chi vuole diventare sacerdote, dev’essere soprattutto un “uomo di Dio”, come lo descrive san Paolo (1Tm 6,11)». Il percorso formativo «comprende la preparazione all’ordinazione diaconale e sacerdotale e il primo anno come cappellano. Nel corso pastorale si approfondiscono, tra le altre cose, le competenze pastorali e di guida comunitaria e si praticano compiti liturgici, come le procedure per i funerali o i battesimi».

Fra i requisiti per i candidati, «la disponibilità a servire il popolo di Dio, un’elevata consapevolezza della dignità e della vocazione di ogni cristiano conferite dal battesimo, la capacità di vivere con spirito di interiorità, di essere resilienti, socievoli e comunicativi. Oltre ai requisiti menzionati sono richiesti un diploma di scuola superiore e, idealmente, un anno di tirocinio o una formazione professionale completata o un certificato di maturità e una formazione professionale completata. I candidati dovrebbero generalmente avere almeno 20 anni. Gli interessati sono invitati a registrarsi per un colloquio di orientamento presso il Dipartimento Risorse Umane dell’Ordinariato Vescovile». Ma è proprio quando si è iniziato a guardare alle persone – e ai sacerdoti – come una risorsa, invece che come una ricchezza e un dono, che sono iniziati i problemi.

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