Accompagnare le persone omosessuali? È contro la teoria del gender

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Teoria del gender come una guerra mondiale, ma accompagnare le persone omosessuali e i trans. Una contraddizione? No, è l’offensiva cristiana di Francesco al pensiero dominante. Una dittatura, come il Nazismo, nella quale si inseriscono anche migrazioni e ambiente. Parola di Pontefice.

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«Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee». Francesco ha scelto la chiesa dell’Assunta di Tbilisi, di fronte al piccolo gregge dei cattolici georgiani, per tornare su un argomento che gli sta particolarmente a cuore: quello del matrimonio. «Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato l’uomo e la donna, li ha creati a sua immagine. Cioè, l’uomo e la donna che diventano una sola carne sono immagine di Dio». Risposte a braccio, come nello stile di Francesco, che hanno ottenuto un certo risalto soltanto fra i media di ispirazione cattolica, ma che con difficoltà hanno superato la cortina – tutt’altro che sovietica – del pensiero dominante.

Le persone si devono accompagnare
Diverso si annuncia invece il destino di un altro pronunciamento del Pontefice, apparentemente meglio confacente alla linea editoriale scelta – e imposta – dalla gran parte degli attuali mezzi di comunicazione. Nell’intervista concessa agli oltre 70 giornalisti che lo accompagnavano sul volo di ritorno da Baku, in Azerbaigian, Francesco è tornato sull’argomento. «Io – ha spiegato il Pontefice – ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo e anche di papa persone con tendenze e pratiche omosessuali. Le ho avvicinate al Signore. E mai le ho abbandonate. Le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona con questa condizione è davanti a Gesù, Gesù non la manda via perché è omosessuale. Quello che ho detto è quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria del gender». Una contraddizione? Nulla affatto, bensì un attacco al cuore del “pensiero” gender.

Gender, una dittatura come il Nazismo
Come la pensi Francesco sulla cosiddetta teoria del gender è cosa nota, resa ancora più esplicita dalle sue precedenti prese di posizione. Uno degli attacchi più duri del Papa a ciò che è «contro le cose naturali» – come ha puntualizzato sullo stesso volo di ritorno dall’Azerbaigian – è giunto nel 2015. Era il 19 gennaio e Francesco, di ritorno dal suo viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine, chiariva il legame fra la cosiddetta teoria del gender insegnata ai bambini e la colonizzazione ideologica, riferendosi nientemeno che al Nazismo. «Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per mezzo dei bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza».

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Annientamento dell’uomo come immagine di Dio
Che «stiamo vivendo un momento di annientamento dell’uomo come immagine di Dio», del quale lo sfruttamento del creato e delle persone costituisce una delle forme più tristemente rappresentative, è fra i temi più ricorrenti in Francesco. «In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile», spiegava il Pontefice in occasione del dialogo intrattenuto a Cracovia con i vescovi della Polonia, il 27 luglio scorso, tornando a legare povertà, colonizzazione ideologica e gender.

Guerra mondiale, gender e migranti: stesso contesto
Nulla di nuovo, apparentemente, se non fosse che la domanda alla quale Francesco stava rispondendo – postagli da mons. Krzysztof Zadarko, vescovo ausiliare di Koszalin-Kołobrzeg – riguardava i profughi. «Quello che ha detto Papa Benedetto dobbiamo pensarlo – proseguiva allora Francesco – “È l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. E questo ci aiuterà. Ma tu, Cristoforo, mi dirai: “Cosa c’entra questo con i migranti?”. È un po’ il contesto, sai? Riguardo ai migranti dirò: il problema è là, nella loro terra. Ma come li accogliamo? Ognuno deve vedere come. Ma tutti possiamo avere il cuore aperto».

«Per favore, non dite: “Il Papa santificherà i trans”. Già vedo i titoli dei giornali…», scherza amaramente Francesco di ritorno dall’Azerbaigian. «Voglio essere chiaro: è un problema di morale, umano, e si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, leggendo tutta l’Amoris Laetitia, ma sempre col cuore aperto». Se le “aperture” del Papa riguardano il cuore, accompagnamento e accoglienza sono le parole chiave. Proprio l’insistenza del Papa sulla persona risulta fra gli aspetti del suo pensiero più invisi ai sostenitori della cosiddetta teoria del gender, così come di molta parte dei burocrati europei e di qualche governante. Sfruttamento, sofferenza e povertà, materiale e morale. «È un po’ il contesto, sai?». Che si nutre e vive di categorie e di una profusione di distinguo e di acronimi.

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